Dove il favore è una “preghiera”, il fac-simile è un “santino”: la reliquia del consenso. Il politico, è il “santo in paradiso”. Una volta eletto, è in obbligo di “grazia”. Il santo, prima o poi, deve “sudare”.
I recenti casi di due candidati arrestati a Palermo sono la spia di quel che avviene sempre durante le campagne elettorali da queste parti: il politico in ascesa, sotto qualunque vessillo in premessa di governo, spesso allevato nel sottobosco dei galoppini, sa a chi rivolgersi. E chiede una “spinta”, un pacchetto di voti per svoltare alla lotteria delle preferenze. Chi controlla il territorio ha picciotti da istruire e bisognosi attaccati alla mammella del welfare parallelo da comandare. Il candidato, alla bisogna,...
Continua a leggere - A Palermo la spinta dei clan ai seggi. Cosa nostra torna parassita e punta ai fondi del Pnrr